in seguito ai loro studi incrociati effettuati su soggetti di diversi paesi e diverse culture ( Ekman,1971 ).
Per Goleman ,lo studioso cui va il merito di aver reso noto il concetto di I. E. al grande pubblico (www.emotivamente.psy.unipd.it ) le emozioni possono essere raggruppate all'interno di otto famiglie principali:
*Collera: furia, sdegno, risentimento, ira, esasperazione, indignazione, irritazione, acrimonia, animosità, fastidio, irritabilità, ostilità e (forse al grado estremo) odio e violenza patologici.
*Tristezza: pena, dolore, mancanza d’allegria, cupezza, malinconia, autocommiserazione, solitudine, abbattimento, disperazione e, in casi patologici, grave depressione.
*Paura: ansia, timore, nervosismo, preoccupazione, apprensione, cautela, esitazione, tensione, spavento, terrore; come stato psicopatologico, fobia e panico.
*Gioia: felicità, godimento, sollievo, contentezza, beatitudine, diletto, divertimento, fierezza, piacere sensuale, esaltazione, estasi, gratificazione, soddisfazione, euforia, capriccio e, al limite
estremo, entusiasmo maniacale.
*Amore: accettazione, benevolenza, fiducia, gentilezza, affinità, devozione, adorazione, infatuazione, agape.
*Sorpresa: shock, stupore, meraviglia, trasecolamento.
*Disgusto: disprezzo, sdegno, avversione, ripugnanza, schifo.
*Vergogna: senso di colpa, imbarazzo, rammarico, rimorso, umiliazione, rimpianto, mortificazione, contrizione.
Scherer e colleghi (Rimè, 2008 ) chiesero a 779 studenti di elencare quattro esperienze emotive che avessero comportato loro quattro specifiche emozioni (gioia, tristezza paura e
rabbia). Su oltre 2300 situazioni le più ricorrenti risultarono essere quelle riportate nella tabella.
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*Scherer, Wallbott e Summerfield 1986 (Rimè 2008) |
Frijda e colleghi in una ricerca (Frijda et al, 1995 ) chiesero ai partecipanti di undici Nazioni di elencare in cinque minuti tutti i nomi delle emozioni che conoscevano .
Su un campione di dodici emozioni più citate i ricercatori notarono che equivalenti linguistici di tristezza, rabbia, paura e amore figuravano in tutte le liste e quasi sempre ai primi posti (Rimè, 2008).
Il New York Times ha pubblicato di recente un articolo scritto da Dacher Keltner e Paul Ekman, due professori di psicologia che sono stati contattati dal regista Pete Docter per collaborare al film. Keltner ed Ekman spiegano che la trama iniziale e gli sviluppi di Inside Out tengono conto di molte scoperte della psicologia contemporanea sulle emozioni: come ad esempio il fatto che le emozioni possano distorcere ricordi che ci sembrano neutri – cosa che nel film accade “per errore” nei primi minuti – oppure che alcune emozioni considerate “negative” come rabbia e tristezza possano invece generare reazioni “buone” e costruttive.