EMOZIONI E TERRORISMO
Dott.ssa Alice Bandino, psicologa,
psygoalicebandino@outlook.it
L’Intelligenza Emotiva è entrata nel lessico comune con le sue competenze classiche: sempre in più ambienti si sente parlare di empatia, autocontrollo, motivazione, resilienza, emozioni,
leadership, ecc. ecc.
E’ormai assodato che imparare a utilizzare le varie competenze emotive, pone le persone nelle condizioni adatte per far fruttare qualunque talento la genetica abbia dato loro, in ogni
campo.
Viviamo tempi nei quali a farla da padrone pare essere l’egoismo che sfocia in violenza e miseria morale, minati nei valori della vita comunitaria, lontani dalla pro-socialità positiva. Grazie
alle numerose e validate ricerche scientifiche delle neuroscienze, è stata trovata una stretta correlazione tra gli atteggiamenti sociali morali e le capacità emozionali elementari. Se l’impulso è il
mezzo dell’emozione, il seme dell’impulso è un sentimento che preme per esprimersi nell’azione: chi non ha autocontrollo ha una carenza morale, ovvero non ha volontà e carattere per controllare gli
impulsi. Le persone che sanno indirizzare le proprie emozioni verso un obiettivo comune/comunitario differiscono dagli egoisti per il loro altruismo: vedono l’altro come un’entità emotiva e si
immedesimano nelle sue situazioni rispondendo adeguatamente ai bisogni dell’altro.
La risposta sociale per cancellare la violenza e l’odio dovrebbe tendere infatti verso l’autocontrollo e la compassione; il pilastro di questa risposta è l’Empatia.
Sappiamo che il terrorismo psicologico fa leva sulle emozioni negative: paura, tristezza, rabbia, disgusto, le quali vengono amplificate in terrore verso un atto che qualcosa o qualcuno provoca
e da cui sfociano l’odio e l’ostilità tra gruppi.
Siamo tutti consapevoli delle conseguenze terroristiche dell’autoproclamato Stato Islamico, ciò che molti non sanno è di come il bombardamento mediatico quotidiano dei mezzi di comunicazione
agisca sulla mente di persone emotivamente povere, esattamente come un atto terroristico, agendo sulla paura per l’incolumità e sopravvivenza propria o dei propri cari, attraverso casi di cronaca
strazianti, amplificandoli in odio verso chi viene dipinto come potenziale assassino senza scrupoli, infiltrato ad esempio nelle imbarcazioni che trasportano i veri migranti, creando avversione verso
tutti loro. La simpatia e il proiettarsi nei panni dell’altro ci fa stare solo dalla parte delle vittime senza colpe(i civili delle stragi di Parigi o di Nizza ad esempio), mentre l’empatia ci spinge
ad andare oltre la notizia e a immedesimarci in ogni categorie di vittime; ad indagare e ad informarci se esiste “altro”oltre la realtà prospettata dai new media. La corretta intelligenza
socio-emotiva, rende immuni al terrorismo psicologico di qualunque matrice: gestire le proprie emozioni in base alla valutazione e rivalutazione continua, impedisce di lasciarsi trasportare dai
pregiudizi e dai luoghi comuni.